Sul tema generale PASSANTE DI MEZZO, ribadiamo: 1- Il nostro NO all’allargamento.
2- Realizzazione di un’unica sede, integrata, tangenziale/autostrada lungo tutti i 14
km dell’attuale percorso bolognese, a quattro corsie + corsia di sosta. Eliminazione
delle barriere/caselli di Borgo Panigale, Casalecchio, San Lazzaro, Arcoveggio e
Fiera, e introduzione di un sistema di pagamento altamente tecnologico che
riguarda il pedaggiamento free-flow.
Data l’evidente impossibilità di fare previsioni univoche e verosimili riguardo l’entità del traffico che nel
prossimo futuro attraverserà Bologna, questa soluzione è l’unica che possa consentire il miglioramento
delle condizioni attuali del traffico senza consumare il suolo urbano, e senza danneggiare
irreparabilmente e per sempre spazi pubblici e privati faticosamente consolidatesi negli scorsi decenni.
Viviamo in tempi di incertezza e sono troppe le variabili da cui dipendono entità e caratteristiche del
traffico nel vicino futuro - l’economia del Paese crescerà? E come? Ci saranno auto più ecologiche o no? Le
opere comunque necessarie per la mobilità urbana (potenziamento del sistema ferroviario
metropolitano ed in generale del trasporto pubblico, ponte sul Reno, complanare di Pianura, …)
scaricheranno la tangenziale di traffico rendendo non necessario il suo potenziamento? - per avviare
un’opera non reversibile ed incidente in maniera chiaramente negativa sulla città e i suoi abitanti. Occorre
dunque una soluzione non profondamente invasiva e reversibile.
3- Città bosco: lo spazio liberato da questa urgenza può essere dedicato nel suo
complesso ad un progetto di lungo periodo di bosco urbano e puntualmente, solo
laddove necessario, alla realizzazione dei luoghi di interscambio con le mobilità di
altra scala.
L’esistenza stessa dell’infrastruttura, già oggi, unitamente alle difficoltà economiche in cui versano privati
e pubblico, e alle evidenti criticità imposte dal cambiamento climatico (innalzamento generale delle
temperature e picchi di calore, aumento dell’intensità delle precipitazioni e bombe d’acqua, periodi di
siccità e periodica recrudescenza degli effetti dell’inquinamento), reclamano azioni che devono essere
rispettose dell’ambiente e quindi della salute pubblica, della permeabilità dei suoli, pervasive, non
inquinanti, a basso costo di costruzione e manutenzione, e reversibili. L’ipotesi che formuliamo di città
bosco ha queste caratteristiche.
La nostra proposta
Il futuro delle città dipende dalla nostra capacità di favorirne l’adattamento ai grandi cambiamenti in atto.
Questi risultano ormai profondamente intrecciati tra di loro in una sorta di matassa inestricabile: la crisi
ambientale effetto della riduzione delle risorse, il cambiamento climatico, la crisi economica e sociale nei
paesi cresciuti sul welfare trovano complessivamente rappresentazione nella crisi dello spazio urbano, che
le manifesta ma anche le alimenta.
Non è chiaramente possibile inferire in maniera incisiva su queste grandi questioni, ma abbiamo la
possibilità di inferire profondamente sulla realtà dello spazio urbano, con progetti e politiche. E’
necessario farlo manifestando capacità di interpretare sensibilmente i contesti -spaziali, sociali,
microeconomici, ambientali- entro cui collocare i progetti. ......
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